mercoledì 26 maggio 2010

van the man


la mia anima ha la stessa voce che ha van morrison. nella sua musica mi perdo ritrovandomi e pochi sono i colori che lascia fuori.
sul mio braccio destro, con la cui mano scrivo, ho fatto tatuare un verso di una sua canzone che recita testualmente: with a sense of everlasting life. a mio modesto giudizio si riferisce alla giovinezza, l'epoca della vita in cui ti sembra che il tempo sia interminabile e che tu sia infinito, proprio come i tuoi pensieri che esplorano i confini del tuo mondo interiore.
ora, per me, everlasting life significa sentire che il tempo fugge, che questa mia età è quella in cui penetri fino in fondo quella parola meravigliosa coniata dai romantici tedeschi per dire nostalgia di quel che non si è mai avuto e che forse non si avrà mai. qualcosa a cui non si può dar nome e che è tutt'uno con lo streben nach, col tendere verso.
la musica di van mi permette di ripercorrere i meandri di quel che ho avuto e di quel che so di volere, mi dice chi sono e mi parla con quella voce di padre buono che per la verità nella mia vita mi è mancato. un padre che giocasse con me, che mi chiedesse delle mie passioni e delle mie paure. ho avuto altro, questo no.
anyway, ora sono qui con l'orecchio appoggiato ad auscultare il mio cuore ermetico.

venerdì 21 maggio 2010

like woody


molti sono i temi che attraversano la pluridecennale cinematografia di woody allen: la giustizia puntualmente tradita, il caso che mischia le carte, l'inutilità della vita, l'utilità dell'attimo fuggente, il riso che increspa la superficie dell'anima, le donne che sono il sogno di adamo, cioè il nostro paradiso alto circa 1,60 m.
e poi l'arte che trasforma la nostra merda in oro.
più vado avanti più mi sembra fratello mio.
non ci illumina di immenso ma ci illumina con le sue ombre: qui riposa la saggezza, quello sguardo benevolo che rivolgiamo agli altri e alla vita ben sapendo che poco cambia e cambierà, che poco ha senso, ma a quel poco pervicamente si sta aggrappati, come ad una bava di luce.

sabato 8 maggio 2010

do - shu


do è la via, shu è chi la conduce. il fratellino che mi ha affibbiato questo alias mi ha letto dentro. niente di più vero per un gemelli che ama conoscere strade nuove, che ama aprirne in solitudine e talvolta accompagnato.
ermes da erma, cumulo di pietre atte a segnare bivi, biforcazioni, spesso sormontate da un un bastone. ermes è un dio itifallico. su ermes le pagine più belle lette sono contenute in un libro di pietro citati che si intitola "la mente colorata", dedicato al viaggio di Ulisse.
non dico altro, non voglio dire altro.

venerdì 7 maggio 2010

i visi delle persone


i visi delle persone che osservo per le strade sono come una pagina sulla quale qualcuno ha abbondantemente usato la scolorina e devi capire tra una frase tronca e l'altra il senso delle parole rimaste.
le persone incontrano il mio viso per la prima volta : le invidio.
anche io vorrei in certi giorni vedermi come se non mi fossi mai visto.
ciò che è usato non si vede più e questo è per davvero uno dei pochi peccati veri che mi imputo. gli altri li lascio agli stolti, ai "cercapensilina" quando fuori piove.
e, si sa, piove sempre...

mercoledì 5 maggio 2010

nuvolacce


piove.

piovono goccioloni. le nuvole sono gravide d'acqua e il cielo sembra una lastra di marmo grigia e nera.

piove e gli uccelli affrettano il volo, stanno gli uni accanto agli altri, neppure le loro geometrie sono quelle solite. la velocità le rende scomposte, ma non per questo perdono il loro fascino.

chissà cosa scrivono sul cielo. le loro acrobazie sono punti e linee di un alfabeto morse che non ci è dato comprendere.

sono amici delle nuvole, condividono lo stesso spazio azzurro.

le nuvole però... o ce le hai dentro o proprio non puoi capire.

se vuoi capire puoi ascoltare l'omonimo brano di de andre', oppure affacciarti alla finestra e immaginare per ognuna una somiglianza.

più semplicemente puoi osservarle avvicendarsi, mischiarsi, pogare l'una sull'altra.

il signor vento le attraversa e le agita, il signor vento che scoperchia i nostri ombrelli, arruffa i capelli, agita le vesti.

le nuvole siamo noi, nessuno escluso. per dirla alla quasimodo: atraversate da un raggio di sole...