sabato 11 giugno 2011

dagli al tiranno!





quando crolla un regime le statue del dittore vengono rimosse, le fotografie arse nelle piazze. gli slogan vengono accantonati, le leggi abrogate o corrette in profondità.
un mondo nuovo si staglia all'orizzonte e se allunghi il dito ti sembra di toccarlo.
due visioni del mondo si sono fronteggiate e una delle due ha avuto il sopravvento, l'altra è "soccombuta" (dal verbo soccombere).
sulle macerie si vorrà ricostruire città migliori, vivere principi e regole migliori, essere guidate dal giusto e dal vero.
il cattivo è morto, magari impiccato, magari fucilato, poco importa. l'importante è l'accanimento, la voglia di voltare pagina. le opposizioni esultano per le vie, rilasciano dichiarazioni concilianti, inneggiano al futuro.
l'ombra si è allontanata, il sole nuovo sta per sorgere.
eppure tanta acrimonia, tanta gaiezza nascondono qualcosa. il rischio è sempre lo stesso: il liberatore di oggi sarà il tiranno di domani?
per liberarsi dalla tirannia non basta gettare al suolo le statue, bisogna fare i conti con la propria coscienza, col principio di responsabilità individuale.
dove stavo io mentre il tiranno entrava nella mia vita, mi imponeva regole e diktat? perchè non ho voluto vedere e capire che mi stavano portando via un pezzettino di libertà alla volta? perchè ho permesso al despota di portarmi via la libertà di scelta? cosa ne ho avuto in cambio ?
la dittatura, a differenza della democrazia, ti spinge a non guardare in faccia la realtà. fa di tutto per deresponsabilizzarti, per toglierti dall'impaccio di scegliere che fare, per levarti di dosso la spiacevole sensazioni di dover prendere in mano la tua vita e guardarla diritta negli occhi, ben sapendo,pur sapendo che ogni scelta è fatta su terreno sdrucciolevole.
per paura di rischiare ho preferito delegare, per paura di sceglier ho preferito consegnare la mia vita ai gestori dell'intrattenimento su scala mondiale.
il dittatore non marcia più a passo d'oca, ma a passo di spot publicitari.
il dittatore ti chiede fede assoluta e in cambio ti lascia intontito nel paese dei balocchi, sospeso sopra una realtà che ha un'altra voce : quella della scelta individuale, della volontà di capire, di andare fino in fondo alle questioni.
PERCHé ? mai smettere di chiedersi il perchè? perchè faccio così, perchè hanno fatto così? perchè devo accettare per buono che con 50 euro riesco a fare solo 32 litri di verde? perchè quel signore mi ha detto quella cosa e io ho risposto in un certo modo?
mica vero che non c'é risposta a tutto. la risposta la trovi solo se la cerchi.
poco importa se è quella sbagliata, l'importante è non smettere mai di tentarci.
a volte capita che la risposta te la diano gli altri, ma perchè questo accada è necessario mettersi nella posizione di chi ascolta, di chi pensa che non tutte le risposte si trovano rovistando dentro se stessi. a volte capita che le risposte le offriamo noi agli altri, certi le accolgono, alcuni le rifiutano.
basta, sto diventando sentenzioso!