mercoledì 21 marzo 2012

la firma perfetta (pensieri scritti di getto)


lascio van di sottofondo che canta no guru no method no teacher in a night in san francisco, pubblicato nel '94, quell'anno lavoravo in una scuola privata di monza, agli inizi di un percorso professionale che quest'anno compie venti anni.
e fin qui, mi vien da dire...chi se ne frega.
questa sera il cielo è limpido e sento che la vita ha pure un senso dentro, come quei sorrisi che stento a trattenere nei momenti meno indicati. è un sorriso che riscalda, che ti mette a tuo agio e che per me oggi ha un nome.
quando una giornata va bene assomiglia ad una firma che viene bene. ogni giorno sul registro ne faccio alcune e ogni tanto penso che da qualche parte ce n'è una che è la più bella di tutte, forse l'ho fatta e non me ne sono accorto, forse la farò e non me ne accorgerò. perchè la grazia arriva, dura un istante e poi se ne va. dietro di sè lascia una scia sottile, una bava di luce che solo di notte si vede.
grazia vuol dire...grazia ! può anche essere una giornata di sole, quando il sole non è previsto. una fragola di quelle profumate di fragola e non di anabolizzanti per farle diventare enormi e rosse come il culo di un macaco.
grazia è anche una frase letta su un buon libro, una di quelle che ti piacerebbe avere a portata di mano una matita per sottolinearla.
per me è anche la scrittura, cioè quando scrivo sto bene, esisto al massimo perchè con le parole ci gioco, sono birilli, sono coriandoli, sono bottiglie di vino perfettamente allineate e conservate con ogni cautela. dentro conservano un po' di me, un po' del mondo.
grazia è il prossimo bacio, ma anche quello appena dato. il presente sono le guance gonfie di aria pronte per soffiare dentro un palloncino colorato.
grazia e è quel che sento stasera che non è dicibile, ma che noi chiamiamo gioia. il dolore ha tempi e infinite declinazioni, la gioia sta tutta negli aggettivi.
l'aggettivo di stasera è limpido, come il cielo fuori da questo monolocale.

sabato 10 marzo 2012

barcellona


ho portato una classe in gita e ho consumato le suole delle scarpe.
cosa è piaciuto ai miei ragazzi?mc donald, zara,celio, h&m, desigual, bershka.
joan mirò è uno stilista, lontano parente di elana mirò, quella delle taglie forti.
picasso è uno che fa scarabocchi e il cubismo è una grandissima fregatura.
entrare a visitare la sagrada familia costa troppo.
visitare casa pedrera costa tanto.
visitare casa battlo costa moltissimo.
i soldi li hanno spesi per comprare regali a parenti e amici.
la pasta della mamma è la più buona del mondo.
mi manca il cane che mi sveglia di mattina,
mi mancano le polpettine della nonna che mi prepara quando vado da lei a mangiare la domenica.
ci sto dentro di brutto. ciao raga, tutto rego?
jeans a vita bassa, cinture tarocche, capelli gellati, pettinatissimi, cappello con visiera tipo mirino puntato, occhiali sovradimensionati rispetto al viso, marca carrera.
e io imperterrito continuo a fare l'insegnante. fanculo a me che ancora ci credo, perchè in queste anime reificate c'è un barlume di anima che splende e che chiede di crescere, di confrontarsi col mondo e di prendersi una rinvicita sul nulla col brand perfettamente levigato.

domenica 4 marzo 2012

la mia ragazza


la mia donna è alta quasi quanto me. questo è quel che si nota a colpo d'occhio quando qualcuno ci vede assieme.
in realtà, se si guarda con più attenzione è molto più alta di me, è così alta che io stesso non ne scorgo la fine.
spesso la sua testa rimane conficcata nelle nubi e io faccio fatica a guardarla perchè il mio occhio non arriva così lontano, ma il mio cuore sa perfettamente che lei sta brucando nuvole. quando ne ingoia una me la restituisce sotto forma di sogno.
le sue mani sono belle, molto belle, ma sono grandissime. riesce ad abbracciare una sequoia secolare con una sola mano e con due l'ho vista tenere sui palmi una balena degli abissi.
la mia donna ha i piedi grandi quasi come i miei ma se la vedi camminare ti accorgi che con un solo passo fa più leghe del gatto con gli stivali. la strada che io percorro a piedi e lentamente, lei la divora in pochi passi. poi torna indietro per aspettarmi e mi sorride, perchè sa che io non vado così veloce e non avrò mai quel passo. io cammino lento per paura di inciampare, lei quando cade si rialza subito, si scuote la polvere di dosso e prosegue più solare che mai.
la mia ragazza dice di avere gli occhi come i miei, ma non è vero, perchè i suoi sono molto più belli dei miei. una volta mi è capitato di guardarci dentro ed è stato come osservare attraverso uno spioncino l'universo nella sua interezza.
ai confini dell'universo ho scorto un puntino rosso.
mi sono detto : sarà il big bang! invece mi ci sono avvicinato quanto basta per capire che era il suo cuore.
da li - ho pensato - inizia la mia vita.
anche se sono più piccolo rispetto a lei, ho scoperto un sistema infallibile per accogliere l'amore che mi dà. ho ricavato nel mio cuore tante tasche quante sono le lettere che compongono il suo nome e dentro ci ho messo tutti i momenti belli che abbiamo vissuto insieme.
questo stratagemma mi ha permesso di lasciare sgombro il resto del cuore per stiparci il nostro futuro assieme.
lei, invece, per accogliere l'amore che le dò usa un sistema semplice ma efficacissimo : lo rastrella col suo sorriso e lo divide in tanti piccoli sacchettini che poi mette tra le cose appena stirate perchè mi dice che il mio amore è più fresco della lavanda e della vaniglia mischiati.
l'altro giorno, poi, mi è venuta una super mega idea e le ho chiesto se le andava che io glielo regalassi, il cuore intendo. lei ha accettato e ora nel cavo che mi è rimasto nel petto io ho piantato una rosa rossa alla quale ho dato il nome segreto del giorno nel quale la sposerò.