quel puntino bianco è un minuscolo varco, a volte il nero sovrasta, ingoia il bianco, l'occhio atterrito non riesce a staccarsi da quel liquame nero.
poi un giorno ti svegli e quel minuscolo puntino bianco è ancora lì, ma è così piccolo che devi aguzzare l'occhio.
allora ti avvicini e accosti l'orecchio. il sussurro è flebile, quasi impercettibile.
ti sembra che abbia pronunciato il tuo nome, ma lo dice come un vecchio lp che ruota a giri più bassi e appensantisce la voce, la rende baritonale, come il canto millenario delle balene sul fondo del mare, dove non trapela la luce e basso e alto non hanno più senso.
il senso sta nella lenta riemersione, poco alla volta, metro dopo metro, rilasciando l'aria accumulata negli enormi polmoni.
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