piove.
piovono goccioloni. le nuvole sono gravide d'acqua e il cielo sembra una lastra di marmo grigia e nera.
piove e gli uccelli affrettano il volo, stanno gli uni accanto agli altri, neppure le loro geometrie sono quelle solite. la velocità le rende scomposte, ma non per questo perdono il loro fascino.
chissà cosa scrivono sul cielo. le loro acrobazie sono punti e linee di un alfabeto morse che non ci è dato comprendere.
sono amici delle nuvole, condividono lo stesso spazio azzurro.
le nuvole però... o ce le hai dentro o proprio non puoi capire.
se vuoi capire puoi ascoltare l'omonimo brano di de andre', oppure affacciarti alla finestra e immaginare per ognuna una somiglianza.
più semplicemente puoi osservarle avvicendarsi, mischiarsi, pogare l'una sull'altra.
il signor vento le attraversa e le agita, il signor vento che scoperchia i nostri ombrelli, arruffa i capelli, agita le vesti.
le nuvole siamo noi, nessuno escluso. per dirla alla quasimodo: atraversate da un raggio di sole...
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