martedì 26 luglio 2011

Martesana


ebbene sì, l'ho fatto...mi sono comprato una canna fissa lunga 4 mt, ho recuperato a casa filo, galleggiante ed ami e sono andato a pescare sulla martesana. l'ho scoperta in questi giorni girovagando in bici. i parchetti che vi si affacciano sono zeppi di sudamericani, di gente di colore, di arabi e di pochissimi italiani.
gente povera, si porta dietro un plaid, vettovaglie e passa qualche ora sotto i rami fronzuti di qualche albero.
non ho mai pescato in corrente: con l'occhio devi seguire il galleggiante. ho sinceramente fatto un po' di fatica a intrecciare i nodi, o meglio a vedere le asole. la presbiopia non lascia scampo.
il galleggiante è blu e rosso, si impianta in acqua e velocemente impara a star dritto. ho lanciato lungo e non ho pescato nulla, forse l'amo è troppo piccolo, non so. come in ogni ambito anche la conoscenza delle tecniche è importante. dovrò mettermi ad osservare con attenzione qualche pescatore vero...
mi piace pescare, è un esercizio di autoipnosi a costo relativamente contenuto e a zero impatto ambientale. devo anche capire come slamare eventualmente il pesce sventurato che porterò a riva per poi ributtarlo in acqua. non sia mai che mi macchio di pescicidio!
io che amo la velocità proprio non so cosa mi attragga nella pesca. così è da bambino...credo sia merito del mio padrino che mi ha consegnato al fonte battesimale la sua passione per questo sport. forse sta nell'indole dei Gemelli che hanno bisogno di fermarsi, di mettere da qualche parte un punto e non solo virgole.
quando peschi non pensi a un beato c...o. sarà questo il sommo segreto? sarà forse la natura circostante? sarà il vociare dei bambini alle spalle, o il verde degli alberi che fanno streching sull'acqua? sarà per via di quel puntino colorato - il galleggiante - che naviga sull'acqua dolcemente?
non so. so che a volte non serve darsi risposte. sempre meglio imparare a praticare tracheotomia al cagnotto o fare un buon nodo.
esiste un'assiologia della pesca, ha cotesta pratica un valore etico o piuttosto la pesca "è", ossia gode di un suo statuto ontologico? la pesca è teleologica, il suo fine non sta nel verme ma nel pesce "absconditus":
dal punto di vista freudiano in quale regione del nostre Essere potremmo collocare la pesca ? nell'es io dico, nel'inconscio. perchè è dall'inconscio che il conscio pesca e si fa guidare nell'attività onirica, nei sogni ad occhi aperti, nei lapsusu e nei cazziemazzi.
qual è il sogno ad occhi aperti di un pescatore ? essere canna e lenza, verme e pesce. fondersi nel Tutto Cosmico dal quale riemergere sotto forma di cagnotto dorato.

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