oggi un incontro inatteso mi ha spinto a riconsiderare l'importanza di questo blog.
ho incontrato un mio studente del 2001, di una prima superiore di allora. adesso ha 27 anni e io 13 in più di quando lo conobbi.
mi ha fatto piacere che si ricordasse di me. ciò che ho seminato negli anni a quanto pare non è stato vano.
non importa che sia io, potrebbe essere anche un altro. ciò che conta non è neppure la trasmissione del sapere ma di una postura curiosa sulla vita che brulica nell'anima per farla crescere.
questa è la vera eredità,
non è fatta di regole, di concetti, di saperi pret-a-porter, ma di voglia di sapere e di proteggere ciò che si sa per trasferirlo, per farlo girare.
perché non si perda il senso di questa nostra civiltà che con grande fatica e tra mille resistenze ha coltivato il dubbio, l'attesa che fa coscienza.
quella specie di intercapedine che sta tra un'azione e l'altra e nel mentre la compie si interroga sulla sua portata, sulla sua giustezza, capendo e affinando lo sguardo sulle cose della vita.
comprendendo che nulla è incontrovertibile, che non c'è una risposta giusta, che il senso non è mai mono ma sempre pluri o poli. .
poi, chissà perché, sono andato a rivedere il significato della sezione aurea, della sequenza di Fibonacci. perché quel simbolo l'ho tatuato sul mio corpo e mi è caro. significa armonia e perfezione, cioè l'esatto contrario di quel che sono e che sarò.
però un momento perfetto questo pomeriggio l'ho vissuto incontrando il mio studente oggi uomo fatto e finito.
ed era il suo viso felice di avermi rivisto, i suoi occhi mobili che seguivano le mie parole.
molte cose che facciamo e pensiamo hanno un puro valore consolatorio, servono a proteggerci dalle nostre fragilità, servono a indicarci una qualche strada che forse non percorreremo neppure, che magari faremo male, inciampando.
non conta neppure questo, conta però preservare per poi lasciare a chi è giovane la sensazione di potere costellare la propria pista di atterraggio e di decollo con lunghe teorie di lumini, di luci iridescenti, fredde e calde.
perchè l'eredità è lasciare una penna tra le mani di chi incontriamo. serve per volare e alla gente come me che non sa farlo, serve per scrivere,
grazie niccolò.
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