sabato 18 settembre 2010

A cosa serve studiare storia?






questa domanda mi è stata posta da una mia classe terza di un istituto professionale.
la storia ci insegna non solo a "non commettere gli errori commessi in passato", diceria peraltro smentita dalla storia stessa nell'arco di qualche millennio, ma soprattutto ci permette di capire che passato, presente e futuro sono indissolubilmente legati.
ne beneficia il presente al quale lo studio degli eventi e delle culture restituisce i volumi e le rotondità, le zone d'ombra, la cui percezione manca a chi vive la vita appiattito sul qui ed ora.

il nostro presente è questa cosa qui, non più spesso di un foglio di carta bianca.
per vivere questo genere di presente l'unica soluzione praticabile è annichilirsi, perdersi nel bianco del foglio, lasciarsi guidare unicamente dal principio del piacere, dalla bulimia consumistica che ci divora.
invece la storia, anzi lo studio della storia, anzi...la lettura di un buon libro, anzi..l'ascolto di buona musica ci ricordano che la nostra vita per essere consapevole di sè ha bisogno di restituire profondità al presente, di nutrirlo.

quando sei stanco ti schianti sul divano, questo è lecito, ma niente e nessuno ti vieta di leggere un buon libro, di andare a teatro, di invitare a casa qualche amico vero col quale non solo respingere la noia con chiacchiere trite, ma con discorsi che consentono di fare speleologia nell'esistenza dell'altro.
invece, che fatica... l'altro in fondo è come il libretto istruzioni del tuo cell : meglio la guida quick and play, per un uso immediato, veloce, non procrastinabile.

perchè devo leggere? leggere è faticoso, è una grande rottura, i libri certe volte sembrano il mare dello stretto messinese, agitati da opposte correnti, a volte insondabili, inquietanti come l'acqua profonda illuminata dal disco lunare.
meglio i cesaroni, meglio don matteo, lasciando di sottofondo un presente che oltre ad esser piatto è anche scomodo, volgare, indigeribile.
perciò, insomma, studiare storia non serve. non disancora dal divano, non spezza catene, non insegna al servo e allo schiavo la lotta contro quel potere che li narcotizza, che li schianta sui divanetti dei centri commerciali, con l'occhio vitreo e il carrello ricolmo di ogni ben di dio merceologicamente catalogato.

ho risposto che studiare storia non serve a un bel niente, ma in fondo non serve neppure far l'amore e mille altre cose che facciamo pur sapendo che non ci renderanno nè più felici, nè tantomeno migliori.
serve mangiare, coprirsi le pubenda, bere sì ma con moderazione, dormire. non pensiate che noi si faccia molto di più.

non passa giorno, anzi non passa spot pubblicitario ! che non ci ricordi quanto bello sia essere liberi, ma la libertà, quella vera, che io sappia passa solo attraverso la consapevolezza, attraverso lo studio della realtà, attraverso il "ti esti" dei greci.
"che cos'è'", "come funziona" aggiungerei... come funziona la realtà in cui vivo?
insomma, dai, il mondo si divide in chi legge più o meno correttamente le ore sul quadrante e in chi non si accontenta e fa di tutto per aprire la cassa e seguire con attenzione, rigore, passione, le rotelline che si incastrano l'una nell'altra.

alcuni addirittura hanno anche smontato quell'orologio e disposto con un certo metodo le rotelline per meglio capirle. questi signori si sono affacciati sul nulla arricchendolo col senso e con la portata del loro pensiero. costoro hanno il diritto di proclamarsi nichilisti, se lo sono guadagnato sul campo. mi spiace per chi invece il nulla lo abita come unico incipit e oltre non va, non si muove, perchè è troppo faticoso.

ricordo en passant che assai probabilmente nella casa del signor vanzina non si trovano i film panettone del signor vanzina, ma wim wenders, antonioni e fellini.
il signor vanzina non legge moccia, ma proust, dostoevskj. non ascolta gli zero assoluto ma la sinfonia jupiter di mozart o kind of blue di miles davis.

gli zero assoluto li ascoltano gli "zero assoluto".

Nessun commento:

Posta un commento