venerdì 24 settembre 2010

sorry


sorry, non ho niente da dire e non mi sento neppure in obbligo verso me stesso o chichessia di dire qualcosa di intelligente o di simpatico. anzi non mi sento neppure intelligente e tantomeno simpatico.
magari sto zitto, anzi sì, sto zitto e mi godo il silenzio che esala dalle macerie fumanti, o il rumorino impercettibile del battito d'ali di una farfalla.
mi arrogo il diritto di non avere nulla da dire.
altresì voglio aggiungere che a volte è persino bello non avere nulla di dire perchè quando stai zitto senti meglio le voci che provengono dal mondo.
solo il mondo non sta mai zitto, ma io posso tacere e questo mi piace.
in effetti ora non sto tacendo ma scrivendo del tacere, che è quasi un parlare, ma sottovoce, con un filo di voce.
nello spazio/tempo mentale concesso a chi non ha niente da dire non crescono neppure i fiori più comuni, crescono le erbacce, quelle medicamentose. il cielo di chi non ha niente da dire è privo di nuvole e il vento non tira. è un cielo immoto, sedato dal silenzio che lo ovatta e lo fa risplendere.
la terra di chi non ha niente da dire è brulla, ma non aspetta il miracolo della pioggia. si contenta della sua "brullitudine" e per scacciare la noia ridacchia.
a volte non avere nulla da dire è bellissimo. è come portarsi a casa una libreria ma non avere libri.
non avere nulla da dire significa non rivolgere la parola neppure ai nostri dolori, significa sbattere la porta in faccia alla gioia.
stare fermi per qualche istante, misurabile in una manciata di secondi, inspirare ed espirare per poi tornare a calcare qualche sentiero nuovo o usato, in mezzo alla fronde irrorate dalla luce romantica di questo inizio autunno.

1 commento:

  1. Beh.. per essere uno che non aveva niente da dire ne hai scritta di roba...

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