sabato 11 settembre 2010
Troppa grazia
Sentire che il cuore ha fatto il pieno. La pelle liscia come una pesca. La pesca liscia come la pelle. Una grossa fragola. Un sorriso su un vagone della metropolitana. Mantenere il corpo adeso al tuo uke quando fai tenkan. Un foglio bianco. Le vocali. Le lenzuola pulite. Una doccia calda quando fuori fa freddo. Le mani di una donna. L’incavo dei reni. La peluria sulle palline da tennis. Un vaso Barovier Toso. La mela bianca. La prima mela. Un cannoncino alla crema. La schiuma del cappuccino. I cuscini imbottiti di piuma. Le galassie viste con Hubble. Hubble visto dalle galassie. Un sorriso sdentato. I batuffoli di cotone. Il rosso Bordeaux. Harry a pezzi di Woody Allen. Le terzine incatenate dantesche. Jackson Pollock. Lo sguardo immenso della Madonna Sistina di Raffaello. La scrittura pastello di Marai. La vita che ti scrive, ma tu hai cambiato indirizzo. I Ray Ban a goccia. Una goccia lunga la schiena. Il sapore dell’amore. I vetri appannati in treno. Il sole malato di Novembre. I voli geometrici delle rondini. Il sesso molle. I primi trenta secondi di where the streets have no name. Il capo chino di Bill Evans sul piano. Le volute di fumo. Il giorno dello stipendio. La febbre alta che scioglie le membra. La voce profonda di Van. La voce acuta di Pan. Ermes che ruba le vacche ad Apollo. Le statue dei profeti sul portale della chiesa di Moissac. I colori quando escono dai tubetti. Le labbra. La luce negli occhi. Goemon e Fujiko. Il deposito di Zio Paperone. La solitudine di Silver Surfer. La Ducati Monster, rossa. Le ciliegie di Vignola. I cappelli di Borsalino. La Moleskine. Le matite punta 0,5. Pochi amici veri. La pasta al forno. Le mani in tasca. La sabbia sotto i piedi quando smette di piovere. I gettoni telefonici. Gli sms. La parabola di Sky. Le lavagne e i gessetti. Il seno. Il coseno. Il tatami. La neve sulla lingua. Le sagre paesane. Le surfinie sui balconi delle case di montagna. Non saper tenere il ritmo. La secchezza della fauci. Il fumo fa male alla pelle. L’acqua fresca. Wiligelmo a Modena. I formaggi francesi. Gli abbecedari e i pallottolieri. Villemot. Gli smalti scuri. L’odore delle calle veneziane. Le briciole e i passerotti. I baci perugina e i pocket coffee. I coriandoli. I come e i perché. I divani in velluto. Le macchinine dei pompieri. Il fuoco nel camino. Un’anima camino.
Continua tu.
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la luce prima del temporale, l'alba a Pantelleria, la sala giochi accidenti il videogame non funziona ma c'è una ragazzina che mi piace, il profumo della sabbia il primo giorno di rimini, i baci di Alassio, i baci anche fuori da Alassio, il cellulare del doshu che si schianta dal sesto piano, le mani che battono al saluto quando si è in tanti, i bassi di piano a coda, gli alti e bassi del corteggiamento, quella notte con lei, quella notte senza di lei, il profumo di un neonato, il sudore che spruzza dalla testa di un pugile colpito duro, il run funzionante del tuo primo programma basic, le tasche piene prima di spendere, il sangue che pompa nelle braccia, il mojito, la sala giochi vai che figata c'è il videogame nuovo e la ragazzina me la sono già fatta, le piastrelle del sottopassaggio nell'hotel di Alassio, quando mi è scappata in pineta, quell'altra volta in mare a Trapani, i poteri di wolverine, la prima vista fuori dal pullman quando ti trasferisci a vivere all'estero, quando ti dicono "sei assunto", quando dici "mi licenzio" e magari anche un attimo dopo che muori ma non c'è fretta!
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