martedì 16 novembre 2010
L'essenziale è invisibile agli occhi
una parola buona. ecco cosa ci aspettiamo. una parola che squarci la coltre di nubi, che diradi la pioggia.
magari una menzogna, perchè le parole buone spesso mentono a se stesse.
una parola che già sappia di natale, buttata lì per caso, gratuitamente. perchè quel che è gratuito è ciò che conta.
a scuola ho due amici; uno si chiama rashidul e l'altro paolo.
paolo è un ragazzo down di quindici anni, poco più grande è rashi che quando ha saputo che non avevo passato il concorso si è illuminato come una lampadina per la felicità. ha capito che sarei stato per tutto l'anno scolastico nella sua classe.
paolo l'ho voluto conoscere io e ora quando ci incontriamo nei corridoi il "cinque" non manca mai.
loro sanno cos'è la gratuità e non hanno bisogno di leggere il capitolo XXI del Piccolo Principe per sapere che "l'essenziale è invisibile agli occhi".
ora piove a dirotto, io mi godo quest'ora di libertà e poi mi metto a correggere una quintalata di compiti. dirti che va bene mentirei, lo stesso se ti dicessi che va male.
va... nel tentativo sempreverde di mettere ordine nel mio guardaroba esistenziale.
quando ero più giovane non amavo la pioggia, oggi invece sì. idem dicasi per la foschia che aleggia bassa sulla città quando ci si sveglia. col passare degli anni mi piacciono sempre di più le cose e i momenti che mi ricordano per analogia quando il mio gatto faceva la pasta sulle mie gambe, prima di far le fusa acciambellato.
c'è pure una magnifica poesia di ungaretti: natale. va bene in queste giornate novembrine, in cui il grigio ha il sopravvento sui colori rugginosi del primo autunno.
ora la cerco in rete e faccio copia/incolla.
ciao ciao...
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Napoli, il 26 dicembre 1916
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